Beolco

Ultima modifica 13 agosto 2019

Beolco conserva ancora oggi un aspetto romantico e un’atmosfera bucolica. Prati, campi e boschi fanno da cornice a questa piccola collina densa di storia e vestigia, gelosamente custodite dall’ottocentesca villa Guzzoni, un tempo canonicato privato (almeno dal 1113) soppresso soltanto in età napoleonica, e dall’annessa chiesa di S. Pietro con abside dell’XI secolo.

Sulla via da Cicognola a Calco, il passeggero, guardando a ponente, vede a breve distanza sorgere una vecchia chiesa col suo bruno campanile, circondata da un gruppo di case. Quest'è Beolco, già castello signorile nel medio evo ed ora villaggio di sei o sette famiglie, che sta sopra un piccolo dosso o masso calcare, ampio quanto appena lo spazio di trenta pertiche milanesi, circondato per due lati da due rivi della Molgora, che qui confluiscono, ed in mezzo a poggi boscosi od avitati e campi e prati con alberi d'alto fusto, che, tutti insieme, danno a quel dilettoso e solingo luogo un aspetto romantico e severo.

(da Giovanni Dozio, Notizie di Brivio e la sua Pieve raccolte dal Sac. Giovanni Dozio dottore della Biblioteca Ambrosiana, Milano, Tip. Arciv. Giacomo Agnelli, 1858, pag. 79)

Beolco conserva ancora oggi un aspetto romantico e un’atmosfera bucolica. Prati, campi e boschi fanno da cornice a questa piccola collina densa di storia e vestigia, gelosamente custodite dall’ottocentesca villa Guzzoni, un tempo canonicato privato (almeno dal 1113) soppresso soltanto in età napoleonica, e dall’annessa chiesa di S. Pietro con abside dell’XI secolo.

Sulla via da Cicognola a Calco, il passeggero, guardando a ponente, vede a breve distanza sorgere una vecchia chiesa col suo bruno campanile, circondata da un gruppo di case. Quest'è Beolco, già castello signorile nel medio evo ed ora villaggio di sei o sette famiglie, che sta sopra un piccolo dosso o masso calcare, ampio quanto appena lo spazio di trenta pertiche milanesi, circondato per due lati da due rivi della Molgora, che qui confluiscono, ed in mezzo a poggi boscosi od avitati e campi e prati con alberi d'alto fusto, che, tutti insieme, danno a quel dilettoso e solingo luogo un aspetto romantico e severo.

(da Giovanni Dozio, Notizie di Brivio e la sua Pieve raccolte dal Sac. Giovanni Dozio dottore della Biblioteca Ambrosiana, Milano, Tip. Arciv. Giacomo Agnelli, 1858, pag. 79)