Cristoforo Foppa (maestro di oreficeria)

Ultima modifica 20 agosto 2019

Mondonico (?) 1452 (circa) - Roma 1526 o 1527

Nacque probabilmente a Mondonico da Gian Maffeo e Fiora de’ Carminali Brambilla. Si conosce pochissimo della sua vita, ma la sua fama e l’elogio entusiastico dei suoi contemporanei ne fanno una figura di spicco nell’oreficeria italiana del primo Cinquecento, tanto da averlo fatto ritenere maestro dello stesso Benvenuto Cellini.

La sua carriera iniziò alla corte di Ludovico il Moro, come gioielliere e responsabile dell’acquisto di diamanti e pietre preziose: a Milano produsse diverse opere quali i quattro busti d’argento della chiesa di S. Satiro. Nel 1504 era al servizio di Beatrice d’Este, dove fece un fermaglio da cappello raffigurante Laocoonte, un vaso realizzato con 49 pezzi di cristallo legato con argento smaltato ed un calamaio. Nel 1505 fu a Roma alla corte papale di Giulio II.

Del Caradosso si occuperanno critici d’arte e orafi di ogni epoca: ancora oggi viene studiato in diverse pubblicazioni italiane, inglesi, francesi e tedesche. Fece numerose opere, ma molte di esse sono state perdute nel tempo: ricordiamo la tiara del Papa Giulio II, probabilmente l’opera più importante, il cui disegno è conservato al British Museum; opere attribuite al Caradosso sono conservate nella Collezione Dreyfus di Parigi (placchette incise), nel Museo di Berlino (placchette incise attribuite anche a suoi allievi) e nel Museo Estense di Modena.