Ennio Morlotti (artista)

Ultima modifica 21 agosto 2019

Lecco 1910 - Milano 1992

L’avvicinamento alla pittura di Morlotti coincise col viaggio compiuto a Parigi nel ’37, grazie al quale entrò in contatto diretto con l’opera dei realisti francesi (Courbet, Cézanne e Picasso), influenzando i suoi primi paesaggi dei dintorni di Lecco (in particolare Mondonico). Entrato all’Accademia di Firenze con Felice Carena, proseguì i suoi studi all’Accademia di Brera a Milano (1939-1941), con Funi e soprattutto con Carpi, altro mondonicano d’adozione. Dal 1940 al 1942 aderì al gruppo di Corrente e nell’immediato dopoguerra al Fronte Nuovo delle Arti, firmando anche il “ Manifesto del Realismo” (1946) ed entrando poi nel Gruppo degli Otto (1952). “Sente fortemente l’attrazione della materia per poter scandagliare a fondo la realtà della natura, che egli identifica con la propria esistenza. La vita organica delle zolle, delle erbe, dei grovigli vegetali popolano ora le sue tele sull’onda di un sentimento profondo; tutto questo lo segnala come pienamente partecipe della tradizione del naturalismo lombardo di tipo espressionista.” I suoi impasti densi, le forme corrose dalla luce, le voragini ardenti aperte come ferite nella terra, sono altrettanti segnali di un processo che fatalmente, a partire dal 1960, elimina qualunque preciso riferimento descrittivo. Collaborò con le riviste “Pittura” e “45”, allestendo personali in Italia e all’estero, in particolare a New York, Londra, in Svizzera e in Germania, partecipando a molte rassegne di livello internazionale e conseguendo molti riconoscimenti e premi, tra cui una ricca serie di retrospettive a partire dal ’56 alla Biennale di Venezia, seguita da altre in molte città italiane. Oggi i quadri di Morlotti figurano presso le più importanti collezioni pubbliche e private italiane. Negli ultimi anni, oltre alle “Rocce”, che è un tema centrale della sua pittura, ai paesaggi e ai grovigli di vegetazione, ha dipinto anche molte figure e nature morte.